AUTOVALUTAZIONE
È una valutazione che la stessa donna può eseguire ogni mese, sin da giovane. La metodologia è semplice, ma è bene che sia un operatore sanitario a insegnarla. È importante comunicare tempestivamente al proprio medico l’individuazione di eventuali cambiamenti verificatisi nel tempo e/o persistenti.
Per una corretta auto-palpazione del seno è necessario:
- Palpare entrambe le mammelle in senso rotatorio (circolare) con le dita unite a piatto.
- Non tralasciare la palpazione dell’ascella e del capezzolo.
- Guardare allo specchio se vi siano irregolarità della cute.
- Evidenziare, con una leggera spremitura del capezzolo, se sono presenti secrezioni. In tal caso è utile effettuare un esame citologico del secreto mammario.
In particolare, fare attenzione se:
- La cute della mammella o dell’areola sembra alterata, arrossata, ispessita, retratta o con noduli in rilievo.
- Il capezzolo appare retratto, soprattutto se la rientranza del capezzolo è di recente comparsa e se sulla cute dell’areola compaiono delle piccole eruzioni cutanee o delle crosticine.
- Compaiono spontaneamente secrezioni dal capezzolo, soprattutto se sierose o ematiche.
- Alla palpazione della mammella o del cavo ascellare si apprezza la comparsa di una tumefazione.
- La mammella appare arrossata e/o aumentata di volume.
Lo screening nazionale per il tumore al seno
La diagnosi precoce può avvenire solo grazie a una prevenzione sistematica, come quella garantita dai programmi di screening a livello nazionale. Un test di screening è un esame in grado di identificare nella popolazione le persone con lesioni a rischio che richiedono un approfondimento diagnostico. Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), attraverso le Regioni, offre gratuitamente a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni (fascia d’età a maggior rischio) la possibilità di eseguire ogni due anni una mammografia, attraverso una lettera di invito in cui figura la data, l’orario e il luogo dell’esame. La LILT raccomanda vivamente di aderire all’invito del SSN a eseguire la mammografia di screening inviato dalla propria ASL di appartenenza.
Ma non basta.
Lo screening spontaneo, una buona abitudine
Per le donne più giovani di 50 anni o con più di 70 anni, la LILT raccomanda di rivolgersi al proprio medico di fiducia o a specialisti esperti in senologia, per concordare eventuali programmi individuali di prevenzione e di diagnosi precoce. Sì, perché bisogna tener presente che il tumore al seno colpisce nel 30% dei casi donne al di sotto dei 50 anni, non coperte, quindi, dallo screening mammografico. Esiste inoltre la possibilità che il tumore possa comparire nel periodo di intervallo (due anni) tra una mammografia di screening negativa e quella successiva; inoltre, in un seno denso, la mammografia potrebbe non evidenziare un nodulo che, al contrario, un’ecografia mammaria potrebbe individuare.
La responsabilità per la diagnosi precoce del tumore, dunque, è affidata anche alle stesse donne, attraverso l’autopalpazione e l’esecuzione regolare e periodica di controlli clinici.
La LILT mette a disposizione dei suoi Soci i propri Centri di prevenzione e diagnosi precoce, nonché gli ambulatori specialistici, per affidarsi a percorsi di prevenzione e sottoporsi a visite specialistiche.
I controlli per la diagnosi precoce
Oltre ad affidarsi ai programmi di screening, è importante che ogni donna si assuma la responsabilità della prevenzione ricorrendo a tutte le risorse messe a disposizione dal progresso nell’ambito delle tecnologie, delle competenze e delle conoscenze mediche.
VISITA CLINICA SENOLOGICA
È l’esame della mammella eseguito dal proprio medico o da uno specialista, al fine di riscontrare l’eventuale presenza di noduli o di altri segni clinici sospetti e comunque meritevoli di ulteriori indagini.
ECOGRAFIA MAMMARIA
È una indagine clinica con la quale si misura l’elasticità del tessuto mammario, in grado quindi di poter rilevare noduli o formazioni anomale, valutando il modo in cui i tessuti duri e molli vengono compressi. Nonostante la continua rivoluzione dell’imaging e il rapido evolversi della tecnologia, l’ecografia non deve essere utilizzata come unico test per la diagnosi precoce dei tumori della mammella non palpabili. Peraltro, essa offre contributi talora insostituibili nella diagnosi di lesioni nodulari benigne. È consigliabile che l’ecografia sia utilizzata soprattutto in associazione alla mammografia ed eventualmente, per casi particolari, alla risonanza magnetica mammaria.
MAMMOGRAFIA
È la tecnica più idonea e valida nel diagnosticare la maggior parte dei tumori della mammella in fase iniziale, prima ancora cioè che siano palpabili.
Per questo motivo la mammografia è attualmente la tecnica più appropriata che può essere utilizzata come test di base in un programma di screening e alla quale non si deve mai rinunciare nel caso di sospetto carcinoma, qualunque sia l’età della donna.
Particolare attenzione sarà data dal radiologo alla presenza di piccole microcalcifi-cazioni in aggregato. In tal caso è utile pianificare una biopsia sotto guida radiologica.
TOMOSINTESI MAMMARIA
La tomosintesi mammaria rappresenta un’evoluzione tecnologica della mammo-grafia digitale e un ulteriore ausilio per la diagnosi precoce delle patologie della mammella. Si tratta di una mammografia digitale tridimensionale ad alta definizione, uno strumento diagnostico che permette di studiare la mammella “a strati”.
La tomosintesi mammaria può essere utile soprattutto per lo studio delle mammelle dense per individuare lesioni che potrebbero essere mascherate dalla sovrapposizione di strutture normali. Sarà lo specialista oncologo-senologo a richiederla nel caso sia ritenuta necessaria.
MAMMOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO
La mammografia con mezzo di contrasto viene eseguita dopo l’iniezione di un liquido di contrasto iodato in vena, che permette di ottenere anche informazioni riguardo la vascolarizzazione di una eventuale lesione mammaria. È indicata per lo staging-preoperatorio, prima e dopo un trattamento chemioterapico.
RISONANZA MAGNETICA MAMMARIA (RMM)
Il ruolo della RMM per la diagnosi precoce del carcinoma mammario è oggi limitato alla sorveglianza diagnostica di donne portatrici di alterazioni dei geni BRCa o in giovani donne con seno denso e/o forte familiarità. La RMM è un esame che viene impiegato nei casi in cui non vi sia univocità tra esami precedenti o in presenza di un carcinoma accertato, per una migliore stadiazione locale.
Per maggiori informazioni e per gli altri esami clinico-diagnostici, consulta l’opuscolo della LILT
Lo stile di vita
Tra i fattori di rischio oncologico su cui possiamo intervenire c’è sicuramente lo stile di vita. Seguire alcune semplici regole ci aiuta ad abbassare il rischio di sviluppare un cancro al seno e a costruire una vita improntata al benessere e alla salute.
Ecco di seguito gli alleati principali nella prevenzione quotidiana:
- L’Attività fisica: il regolare esercizio fisico, aiutando a mantenere il peso corporeo e riducendo la massa adiposa, abbassa il rischio di sviluppare un tumore al seno
- L’Alimentazione equilibrata: consumare frutta e verdura più volte al giorno, limitare l’assunzione di alimenti ricchi di grassi e zuccheri raffinati, non abusare delle carni rosse e lavorate contribuisce a limitare il rischio.
- Non esagerare con l’alcol: il rischio di tumore al seno aumenta proporzionalmente al quantitativo di alcol assunto.
- Dire un No categorico al fumo: è assolutamente consigliato smettere di fumare per abbassare il rischio di sviluppare neoplasie al seno.
AUTOVALUTAZIONE
un semplice controllo, a portata di mano
AUTOVALUTAZIONE
È una valutazione che la stessa donna può eseguire ogni mese, sin da giovane. La metodologia è semplice, ma è bene che sia un operatore sanitario a insegnarla. È importante comunicare tempestivamente al proprio medico l’individuazione di eventuali cambiamenti verificatisi nel tempo e/o persistenti.
Per una corretta auto-palpazione del seno è necessario:
- Palpare entrambe le mammelle in senso rotatorio (circolare) con le dita unite a piatto.
- Non tralasciare la palpazione dell’ascella e del capezzolo.
- Guardare allo specchio se vi siano irregolarità della cute.
- Evidenziare, con una leggera spremitura del capezzolo, se sono presenti secrezioni. In tal caso è utile effettuare un esame citologico del secreto mammario.
In particolare, fare attenzione se:
- La cute della mammella o dell’areola sembra alterata, arrossata, ispessita, retratta o con noduli in rilievo.
- Il capezzolo appare retratto, soprattutto se la rientranza del capezzolo è di recente comparsa e se sulla cute dell’areola compaiono delle piccole eruzioni cutanee o delle crosticine.
- Compaiono spontaneamente secrezioni dal capezzolo, soprattutto se sierose o ematiche.
- Alla palpazione della mammella o del cavo ascellare si apprezza la comparsa di una tumefazione.
- La mammella appare arrossata e/o aumentata di volume.
SCREENING
la diagnosi precoce passa da qui
Lo screening nazionale per il tumore al seno
La diagnosi precoce può avvenire solo grazie a una prevenzione sistematica, come quella garantita dai programmi di screening a livello nazionale.
Un test di screening è un esame in grado di identificare nella popolazione le persone con lesioni a rischio che richiedono un approfondimento diagnostico.
Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), attraverso le Regioni, offre gratuitamente a tutte le donne di età compresa tra i 50 e i 69 anni (fascia d’età a maggior rischio) la possibilità di eseguire ogni due anni una mammografia, attraverso una lettera di invito in cui figura la data, l’orario e il luogo dell’esame.
La LILT raccomanda vivamente di aderire all’invito del SSN a eseguire la mammografia di screening inviato dalla propria ASL di appartenenza.
Ma non basta.
Lo screening spontaneo, una buona abitudine
Per le donne più giovani di 50 anni o con più di 70 anni, la LILT raccomanda di rivolgersi al proprio medico di fiducia o a specialisti esperti in senologia, per concordare eventuali programmi individuali di prevenzione e di diagnosi precoce. Sì, perché bisogna tener presente che il tumore al seno colpisce nel 30% dei casi donne al di sotto dei 50 anni, non coperte, quindi, dallo screening mammografico. Esiste inoltre la possibilità che il tumore possa comparire nel periodo di intervallo (due anni) tra una mammografia di screening negativa e quella successiva; inoltre, in un seno denso, la mammografia potrebbe non evidenziare un nodulo che, al contrario, un’ecografia mammaria potrebbe individuare.
La responsabilità per la diagnosi precoce del tumore, dunque, è affidata anche alle stesse donne, attraverso l’autopalpazione (link) e l’esecuzione regolare e periodica di controlli clinici.
La LILT mette a disposizione dei suoi Soci i propri Centri di prevenzione e diagnosi precoce, nonché gli ambulatori specialistici, per affidarsi a percorsi di prevenzione e sottoporsi a visite specialistiche.
I controlli per la diagnosi precoce
Oltre ad affidarsi ai programmi di screening, è importante che ogni donna si assuma la responsabilità della prevenzione ricorrendo a tutte le risorse messe a disposizione dal progresso nell’ambito delle tecnologie, delle competenze e delle conoscenze mediche.
VISITA CLINICA SENOLOGICA
È l’esame della mammella eseguito dal proprio medico o da uno specialista, al fine di riscontrare l’eventuale presenza di noduli o di altri segni clinici sospetti e comunque meritevoli di ulteriori indagini.
ECOGRAFIA MAMMARIA
È una indagine clinica con la quale si misura l’elasticità del tessuto mammario, in grado quindi di poter rilevare noduli o formazioni anomale, valutando il modo in cui i tessuti duri e molli vengono compressi. Nonostante la continua rivoluzione dell’imaging e il rapido evolversi della tecnologia, l’ecografia non deve essere utilizzata come unico test per la diagnosi precoce dei tumori della mammella non palpabili. Peraltro, essa offre contributi talora insostituibili nella diagnosi di lesioni nodulari benigne. È consigliabile che l’ecografia sia utilizzata soprattutto in associazione alla mammografia ed eventualmente, per casi particolari, alla risonanza magnetica mammaria.
MAMMOGRAFIA
È la tecnica più idonea e valida nel diagnosticare la maggior parte dei tumori della mammella in fase iniziale, prima ancora cioè che siano palpabili.
Per questo motivo la mammografia è attualmente la tecnica più appropriata che può essere utilizzata come test di base in un programma di screening e alla quale non si deve mai rinunciare nel caso di sospetto carcinoma, qualunque sia l’età della donna.
Particolare attenzione sarà data dal radiologo alla presenza di piccole microcalcifi-cazioni in aggregato. In tal caso è utile pianificare una biopsia sotto guida radiologica.
TOMOSINTESI MAMMARIA
La tomosintesi mammaria rappresenta un’evoluzione tecnologica della mammo-grafia digitale e un ulteriore ausilio per la diagnosi precoce delle patologie della mammella. Si tratta di una mammografia digitale tridimensionale ad alta definizione, uno strumento diagnostico che permette di studiare la mammella “a strati”.
La tomosintesi mammaria può essere utile soprattutto per lo studio delle mammelle dense per individuare lesioni che potrebbero essere mascherate dalla sovrapposizione di strutture normali. Sarà lo specialista oncologo-senologo a richiederla nel caso sia ritenuta necessaria.
MAMMOGRAFIA CON MEZZO DI CONTRASTO
La mammografia con mezzo di contrasto viene eseguita dopo l’iniezione di un liquido di contrasto iodato in vena, che permette di ottenere anche informazioni riguardo la vascolarizzazione di una eventuale lesione mammaria. È indicata per lo staging-preoperatorio, prima e dopo un trattamento chemioterapico.
RISONANZA MAGNETICA MAMMARIA (RMM)
Il ruolo della RMM per la diagnosi precoce del carcinoma mammario è oggi limitato alla sorveglianza diagnostica di donne portatrici di alterazioni dei geni BRCa o in giovani donne con seno denso e/o forte familiarità. La RMM è un esame che viene impiegato nei casi in cui non vi sia univocità tra esami precedenti o in presenza di un carcinoma accertato, per una migliore stadiazione locale.
Per maggiori informazioni e per gli altri esami clinico-diagnostici, consulta l’opuscolo della LILT
STILI DI VITA
le buone regole per ridurre il rischio
Lo stile di vita
Tra i fattori di rischio oncologico su cui possiamo intervenire c’è sicuramente lo stile di vita. Seguire alcune semplici regole ci aiuta ad abbassare il rischio di sviluppare un cancro al seno e a costruire una vita improntata al benessere e alla salute.
Ecco di seguito gli alleati principali nella prevenzione quotidiana:
- L’Attività fisica: il regolare esercizio fisico, aiutando a mantenere il peso corporeo e riducendo la massa adiposa, abbassa il rischio di sviluppare un tumore al seno
- L’Alimentazione equilibrata: consumare frutta e verdura più volte al giorno, limitare l’assunzione di alimenti ricchi di grassi e zuccheri raffinati, non abusare delle carni rosse e lavorate contribuisce a limitare il rischio.
- Non esagerare con l’alcol: il rischio di tumore al seno aumenta proporzionalmente al quantitativo di alcol assunto.
- Dire un No categorico al fumo: è assolutamente consigliato smettere di fumare per abbassare il rischio di sviluppare neoplasie al seno.
“CONOSCI TE STESSA”, dicevano gli antichi greci.
Un consiglio che arriva dal lontano passato, ma che risulta valido ancora oggi. Soprattutto quando si tratta di prevenire il cancro al seno. Conoscere il proprio corpo, i segnali che manda (e anche quelli che non manda) è fondamentale per la diagnosi precoce. È bene cominciare sin da giovani: c’è una prevenzione giusta per ogni età. La prevenzione ci dà un vantaggio fondamentale sul cancro: lo anticipa sul tempo. Perché questo accada bisogna essere previdenti, consapevoli, attente e, soprattutto, serene. Dobbiamo mettere da parte qualsiasi remora e fare la scelta giusta per la nostra salute.
La prevenzione è una risposta immediata contro il cancro, perché ci fa passare da un atteggiamento passivo all’azione costruttiva. C’è sempre qualcosa di buono che possiamo fare per proteggerci: mangiare in maniera equilibrata, evitare il fumo e l’alcol, fare attività fisica, sottoporci agli esami per la diagnosi precoce, eseguire frequentemente l’autovalutazione del seno.
Con la pandemia, la prevenzione oncologica è stata messa in secondo piano: è importante che ritrovi il suo ruolo da protagonista. L’impegno per rendere guaribile il cancro al seno, attualmente intorno all’80% a cinque anni dal trattamento, deve proseguire con ancora maggiore energia.
La Lilt è al tuo fianco in questo impegno per rafforzare la prevenzione oncologica e per rendere il tumore al seno sempre più curabile.
PREVENZIONE DEL TUMORE ALLA MAMMELLA
Sono diversi i fattori che incidono sullo sviluppo del cancro al seno: alcuni li possiamo tenere sotto controllo, altri non dipendono da noi. Ma questo non deve farci assumere un atteggiamento fatalista: la prevenzione è un grande alleato, in ogni caso. Prevenire significa portare nella nostra vita due grandi strumenti di protezione, fra loro integrati: la prevenzione primaria e la prevenzione secondaria.
Prevenzione primaria
Con la prevenzione primaria possiamo individuare e, quando possibile, rimuovere le cause che possono contribuire allo sviluppo di un tumore, quelli che vengono di solito chiamati “fattori di rischio”.
I principali fattori di rischio non modificabili sono l’età, la storia riproduttiva della donna, la familiarità per tumore al seno e/o ovaio, neoplasie e trattamenti pregressi, mutazioni di specifici geni.
La buona notizia è che ci sono altri fattori di rischio che sono modificabili: se vengono rimossi dalla nostra vita, possono nettamente ridurre il rischio di sviluppare il tumore al seno. La terapia ormonale sostitutiva, ad esempio, rientra fra questi fattori di rischio modificabili per le donne in menopausa. Anche l’obesità può contribuire ad aumentare il rischio di sviluppare il cancro al seno, per questo è fondamentale fare attenzione anche al proprio stile di vita: una scorretta alimentazione, sedentarietà, fumo, alcol possono avere un impatto negativo sulla prevenzione del cancro ma anche sulla nostra salute in generale.
Per una prevenzione quotidiana è quindi importante seguire uno stile di vita sano.
Prevenzione secondaria
I fattori di rischio che non possiamo tenere sotto controllo richiedono una efficace strategia di azione, tutta basata sulla prevenzione secondaria. Non lasciamoci condizionare dall’aggettivo “secondaria”, perché in realtà si tratta di una serie di armi di fondamentale importanza.
La prevenzione secondaria ha l’obiettivo di ottenerne la diagnosi il più precocemente possibile. La scoperta del tumore (in genere con la mammografia e l’ecografia) nella sua fase iniziale permette terapie chirurgiche meno aggressive, con maggiori possibilità di guarigione. Oggi costituisce l’arma vincente nella lotta al cancro della mammella, che può essere curato nella maggior parte dei casi diagnosticati precocemente.
È importante scoprire il tumore al suo inizio. La probabilità di guarigione per tumori che misurano meno di un centimetro è di oltre il 90%. Gli interventi sono sempre conservativi e non procurano seri danni estetici alla donna.
Le buone regole per la diagnosi precoce
La prima buona regola di prevenzione è sicuramente la visita annuale ginecologica. Ogni donna dovrebbe inserire nella propria agenda questo appuntamento non rimandabile. È proprio la visita con lo specialista che, a partire dal proprio caso individuale, permette di avere certezze rispetto agli esami e ai controlli da effettuare periodicamente per la diagnosi precoce. Inoltre, ogni donna dovrebbe mettersi un appunto sul calendario per dedicarsi, almeno una volta al mese, all’autovalutazione del seno.
Scopri nel dettaglio come effettuare l’autovalutazione.
COSA FACCIAMO CON IL TUO SOSTEGNO
Grazie al tuo contributo la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori può continuare a diffondere la cultura della prevenzione oncologica come metodo di vita. Attraverso 400 ambulatori dislocati su tutto il territorio nazionale, i volontari al servizio della comunità e le 106 Associazioni Provinciali, la LILT si pone l’obiettivo di ridurre l’incidenza e la mortalità del cancro tramite le attività di educazione sanitaria, gli esami preventivi e l’assistenza per i malati e le loro famiglie.
La LILT inoltre destina il ricavato del 5×1000 per promuovere la ricerca nel campo della prevenzione oncologica attraverso il finanziamento di progetti di ricerca e l’assegnazione di borse di studio per la ricerca di base e clinica.